La storia millenaria delle miniere sarde s'e chiusa di colpo a fine secolo scorso, come se qualcuno avesse staccato la spina. Luoghi di vita e di lavoro da un giorno all'altro sono stati svuotati, abbandonati e rubricati in classe turistica, come siti d'archeologia industriale.
Da una campata dell'antica fonderia di Montevecchio, Polvere della memoria propone sul mondo delle miniere uno sguardo nuovo. La mostra riunisce pittura, scultura, fotografa, installazioni per rendere visibile quel che di prezioso deve essere ancora estratto. Non il minerale, ma la materia vivente. Gli esseri umani che sopra e sotto la terra, hanno creduto e reso possibile il miraggio, forse ingannevole, di una realtà nuova. La loro storia, le loro tracce nella cultura e nelle cronache del tempo. I loro volti, incisi su foto che il tempo ha modificato ma non cancellato.
In un'epoca come la nostra che smaterializza e distrugge il lavoro, quei ritratti severi di lavoratrici e lavoratori, sono stati elaborati da Giovanni Sesia, stesi su tavola e sospesi come icone sullo sfondo dorato, che da sempre santifica gli esseri umani e i loro sacrifici. La loro fatica quotidiana e stata rappresentata in forma eroica nella scultura di Andrea Forges Davanzati e in chiave ironica nelle istallazioni di Davide Volponi. Da stampe e negativi compromessi dalla trasformazione chimica e fisica dei materiali, il curatore della mostra Cristian Castelnuovo ha fatto affiorare fgure sbiadite, prive di identità ma cariche di presenza. Ambienti, stili di vita, desideri e svaghi sono stati interpretati dagli artisti del gruppo cagliaritano Castia, Enrica Badas, Paola Falconi, Francesca Sorrentino, Romeo Pinna, Josto Mura, Alberto Masala, Carlo Cicci Borghi, Carlo Nieddu Arrica. Polvere della memoria esprime la speranza che Montevecchio e tante alte località non finiscano come la Macondo di Cent'anni di solitudine,«Spianata dal vento e bandita dalla memoria». Luoghi di sofferenza e fatica, le miniere sono state anche laboratori di nuove politiche urbane e sociali. Tra biechi interessi e nobili utopie, oggi possono essere “spazi del possibile”, in equilibrio tra passato, presente e futuro.
Beppe Fumagalli
L'accesso alla mostra è fruibile e gratuito per coloro che scelgono i percorsi di visita Officine e/o Anglosarda.